Come tutti sappiamo il respiro è vita. Nella rianimazione il ripristino del respiro, da parte dei sanitari, è il primo intervento da fare. La respirazione, se addestrata, può costituire un potente mezzo per ottenere benessere psico-fisico. Vediamo come.
Possiamo individuare tre tipi di respirazione:
1) Respirazione energetica;
2) Respirazione rilassata;
3) Respirazione meditativa.
La respirazione energetica serve per recuperare energie quando ci sentiamo “scarichi”. Per una corretta respirazione energetica si procede in questo modo: si deve respirare con la pancia (tecnicamente si chiama respirazione diaframmatica, ovvero si respira con il diaframma); quando si inspira il nostro addome si gonfia e quando si espira l’addome si rilassa; si deve far passare l’aria esclusivamente dal naso e mai dalla bocca; man mano che si procede con la respirazione bisogna gradualmente aumentarne l’intensità.
La respirazione rilassata serve per calmarsi quando siamo ansiosi e/o nervosi. Si procede in questo modo: si respira sempre con la pancia; si inspira lentamente con il naso e si espira ancora più lentamente con la bocca; bisogna concentrarsi mentalmente sul percorso dell’aria, che entra dal naso, gonfia l’addome, poi l’addome si sgonfia nell’espirazione e l’aria esce dal naso.
La respirazione meditativa serve per meditare. Ecco come avviene: anche in questo caso si respira con la pancia; si inspira lentamente con il naso e si espira lentamente con la bocca; il ritmo e la profondità sia dell’inspirazione che dell’espirazione è uguale; La concentrazione della mente è tutta sul percorso dell’aria dal naso all’addome, dall’addome alla bocca; ogni pensiero deve essere osservato e lasciato andare, fino a che la mente è totalmente imperturbabile e si avverte una sorta connessione con tutto l’Universo.
Queste tre tecniche di respirazione, se usate sapientemente, possono costituire un valido strumento per promuovere il benessere sia fisico, che psichico.